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Cos’è un piano editoriale e a cosa serve

cos'è un piano editoriale
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Su Internet non si improvvisa nulla, anzi è proprio il contrario. Se stai seguendo un progetto online che sia un sito web, un blog o una piattaforma social, devi includere nella tua strategia di comunicazione un piano editoriale.

Cos’è un piano editoriale

Il piano editoriale è un documento nel quale si pianifica la pubblicazione e la condivisione dei propri contenuti, in questo caso digitali, su tutte le piattaforme web che hai deciso di sfruttare.

Che siano i vari profili social piuttosto che un blog, sarà sempre necessario avere un calendario completo, definito e dinamico.

 

Come creare un piano editoriale di questo tipo?

Molto dipende ovviamente dal settore di riferimento della propria attività, da quelli che sono gli obiettivi, dal target che si vuole raggiungere e coinvolgere, e dalle piattaforme che si scelgono di usare. È chiaro, dunque, che non può esserci un modo univoco di comportarsi su Internet. Esistono però delle linee guida che è bene tenere a mente e seguire per non farsi trovare impreparati. Perché è vero che quello online è un mondo rapido, dove i contenuti passano e vengono fruiti velocemente, ma è anche vero che Internet e i suoi utenti non dimenticano, e bisogna dunque evitare cadute di stile.

Content is king, context is queen

Lo diceva Bill Gates nel 1996: il contenuto è sovrano, sarà lui a dominare il mondo di Internet negli anni a venire. E, col senno di poi, si può tranquillamente dire che aveva assolutamente ragione. La correzione aggiunta in seguito ha voluto puntualizzare come i contenuti debbano essere contestualizzati, cioè inseriti in un insieme organico e sensato. Ecco, il piano editoriale si basa proprio sui contenuti che si vogliono proporre agli utenti per creare una community. L’obiettivo deve essere quello di intrattenere e fidelizzare il pubblico, interessandolo e coinvolgendolo con la propria comunicazione.

Definire i contenuti richiede un lavoro creativo e organizzativo. Si scelgono le aree e le tematiche che si vogliono coprire e affrontare, e poi si decide il modo in cui attuare questa scelta.

Un’ottima idea può essere quella di creare delle rubriche, che rendano riconoscibile la comunicazione dell’azienda e creino un senso di attesa e continuità. In aggiunta è bene tenere in considerazione gli eventi e le festività, per dedicare qualche contenuto personalizzato e specifico proprio a quelle occasioni. In questo modo si cavalcheranno i trend di tendenza e si proporranno contenuti sempre aggiornati e in linea con i topic del momento.

Calendario del piano editoriale: giorni, orario e frequenza

Il piano editoriale va di pari passo con il calendario editoriale. Questi due documenti si sovrappongono, perché i contenuti pensati e preparati andranno poi programmati per essere condivisi con il pubblico. E così come la loro creazione non si improvvisa, allo stesso modo la loro pubblicazione non è casuale. Bisogna scegliere con cura i giorni, l’orario e la frequenza. E anche qui tutto dipende dal target di riferimento e dagli obiettivi.

Tendenzialmente le fasce orarie che raccolgono il maggior numero di utenti attivi sono quelle dei pasti, dove la gente tende a distrarsi o l’orario serale quando ormai la giornata è finita e ci si vuole rilassare. E pausa, al giorno d’oggi, significa smartphone, con social e internet in prima linea.

Per quanto riguarda la frequenza, due sono gli elementi chiave: costanza ed equilibrio. Non bisogna inondare i propri profili di contenuti, perché si rischia di stancare il pubblico. Dall’altro lato, non si può pubblicare troppo poco, perché si corre il rischio opposto di essere dimenticati. È necessario mantenere una certa cadenza, essendo presenti nel modo giusto.

L’importante è che il piano editoriale sia smart e dinamico.

Avere un ped significa possedere delle linee guida da seguire per non farsi trovare impreparati e non essere scoperti a livello di contenuti. Questo programma però non deve essere fisso, ma deve sapersi adattare ai momenti e alle situazioni. Se c’è una novità o un imprevisto, il piano va rivisto e aggiornato.

Cross-medialità: piattaforme diverse, linguaggi diversi

Come detto, il mondo online è assolutamente variegato. Ci sono tante piattaforme diverse da poter coprire e sulle quali comunicare. L’errore più comune è quello di uniformare la propria comunicazione, con gli stessi contenuti condivisi sui diversi canali. Su Internet, invece, è necessario adottare uno stile cross-mediale, che copra le diverse piattaforme in maniera coerente ma con contenuti diversi.

L’esempio lampante sono i social media. I vari social hanno dinamiche di fruizione diverse e parlano linguaggi differenti. Facebook è una piattaforma più discorsiva, dove è corretto inserire testi e approfondimenti. Instagram dall’altro lato è primariamente visivo, con un’importante svolta video nell’ultimo anno, basti pensare all’ascesa dei Reel, diventati proprio elemento cardine per chi vuole puntare su questo social.

Qui bisogna concentrarsi sulle foto e sugli hashtag, che sono fondamentali per inserire il contenuto all’interno di un determinato campo. Per i Reel invece gli elementi chiave sono il ritmo, la velocità e la scelta della musica. Una cosa accomuna i contenuti su Instagram: la qualità del contenuto che si vuole veicolare.

Tutta un’altra prospettiva è quella di LinkedIn, che è più formale e professionale, e sul quale bisogna tenere un tono di voce più serio. È importante essere presenti su più canali possibili e per ognuno di essi proporre i contenuti adeguati. Il risultato dovrà essere una comunicazione organizzata e complementare, dove i contenuti si rincorrono e richiamano a vicenda, andando incontro alle diverse esigenze degli utenti sulle varie piattaforme.

E per un blog? Anche in questo caso molto dipende dall’argomento. Un suggerimento è quello di controllare i trend topic, le parole chiave e i loro volumi di ricerca, degli argomenti legati alla tua nicchia. In questo modo sarà possibile creare contenuti interessanti e di tendenza. E poi bisogna far interagire il blog con i social: ci deve essere una sinergia tra gli elementi, che si devono arricchire a vicenda, arricchendo contestualmente il pubblico di riferimento.


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