fbpx
Digital NewsSocial media

Con le Google web stories Big G diventa social

Condividi

Le stories sono tra i formati più apprezzati dagli utenti social e Big G non poteva rimanere a guardare senza rispondere alla sfida. Sono nate così le Google web stories. Come funzionano? Quali differenze ci sono rispetto alle altre stories tipiche dei social?

La navigazione in rete vira sempre più verso la mobilità e Google lo sa, tanto che nell’evoluzione digitale che vede i dispositivi mobili sempre più al centro dell’attenzione e dell’utilizzo, Big G ha implementato una funzionalità che si inizia a vedere in molti siti web.

Dopo aver cambiato i propri parametri e le proprie funzioni nell’ottica della fruizione in mobilità, basti pensare al First Mobile Index, ai nuovi Core Web Vitals e al nuovo algoritmo Google MUM, il colosso di Mountain View si è spinto addirittura oltre. Il formato più in voga e di tendenza dei social network, le stories, diventa ora una funzionalità anche dei siti web, da fruire sia in fase di ricerca che di navigazione.

Non c’è dubbio che le stories abbiano cambiato i social network. Tutti i social del gruppo Meta hanno implementato la funzione “story”. TikTok determina tendenze e mode con questi contenuti e di recente sono arrivati anche su LinkedIn.

E ora, finalmente, è possibile trovare le stories anche su Google. Ma cosa comporta questo aggiornamento? Che impatto avrà nel posizionamento web e, più in generale, per il digital marketing?

Stories Google: cosa sono?

Benché si tratti di una novità le Google stories hanno in realtà un discreto passato alle spalle. Nel 2015, infatti, collaborando con alcune aziende Big Tech, Google ha dato vita al progetto Accelerated Mobile Pages Project*, per implementare la fruizione dei servizi digitali da mobile. L’idea era quella di rispondere alle nuove esigenze, di mercato e degli utenti, con le ricerche in rete da dispositivi mobili che avevano superato quelle da desktop e una diffusione di smartphone e tablet ormai generalizzata.

Il risultato è stata la tecnologia AMP lanciata nel 2018 che garantiva tempi di caricamento più rapidi delle pagine web da dispositivi mobili. Questo framework non influisce sulle performance del sito web ma incide sulla SEO perché la velocità di caricamento è un fattore di ranking che viene premiato nel posizionamento.

Da qui nascono le Google stories. I contenuti tipici dei social media sbarcano nel motore di ricerca più diffuso al mondo. L’obiettivo di Google è fornire un’esperienza sempre più completa e dinamica agli utenti, ma anche una opzione in più ai proprietari di siti web e agli inserzionisti.

Perché utilizzare le Google web stories?

Per capire la portata delle Google web stories basta partire da alcuni dati relativi al motore di ricerca. Secondo Websitering.com Google concentra oltre il 91% delle ricerche mondiali, processando 70.000 query al secondo di cui più della metà effettuate da dispositivi mobili. 

A seguito di una ricerca, nell’applicazione Google per Android e iOS sta iniziando a comparire una barra di risultati dedicata proprio alle stories. La SERP da smartphone, quindi, vedrà nelle prime posizioni questi contenuti dinamici e scorrevoli. Non solo: la sezione Discovery di Android ospita già in maniera stabile le storie e non è da escludere una tab dedicata ad esse su qualunque dispositivo.

Inoltre, proprio come le storie in evidenza, anche le Google stories possono essere salvate sul proprio sito in maniera stabile e permanente. In questo modo si andrà a creare un contenuto aggiuntivo per gli utenti, facilmente fruibile e dinamico, magari contenente link e collegamenti ad altre sezioni del sito stesso.

WordPress plugin stories per aggiornare il proprio sito

A questo punto non resta che aggiornare il proprio sito con questi nuovi contenuti. Il mercato digitale corre veloce e i competitors sono già all’opera. Essere preparati ai cambiamenti ed accogliere le novità è fondamentale per rimanere sempre competitivi. Trattandosi di una novità su cui Google punta molto, è probabile che il motore di ricerca premierà i siti che ne fanno uso.

In caso dei siti WordPress sarà sufficiente installare il plugin per le stories e iniziare a creare contenuti accattivanti e vincenti. Una volta installato, infatti, sarà possibile accedere alla Dashboard di controllo e capire come sfruttare al meglio tutte le potenzialità. Poiché WordPress faceva parte delle aziende all’interno del progetto AMP, in fase di creazione sarà possibile accedere a una galleria sconfinata di immagini, video e template forniti da Google. Il formato è verticale, 720 x 1280, e al loro interno possono essere aggiunti link e testi.

L’esperienza di navigazione su Google e sui singoli siti diventa dinamica e attiva, come sui social.

*Fonte: https://www.studiosamo.it/glossario/accelerated-mobile-pages/


Condividi